Si avvale dell’utilizzo di una lampada a luce ultravioletta che viene impiegata in caso si sospetti una dermatofitosi in quanto alcuni ceppi di funghi dermatofiti possono emettere una tipica fluorescenza di colore verde mela. Un risultato negativo non consente tuttavia di escludere una dermatofitosi.
Di facile esecuzione e nei pazienti affetti da alopecia, offre indizi rivelatori che possono orientare il clinico sulla malattia sottostante. Una volta estirpati, i peli vengono osservati al microscopio e possono rendersi evidenti alterazioni strutturali o la presenza di ife o spore fungine o di acari del genere Demodex spp.
Viene effettuato nel caso vi sia il sospetto di una malattia parassitaria. La tecnica di esecuzione dipenderà tuttavia dal parassita che si sta ricercando in quanto la sua localizzazione può variare a seconda degli strati cutanei. Il raschiato cutaneo superficiale verrà ad esempio eseguito nel caso si sospetti una rogna sarcoptica, in quanto il Sarcoptes spp è un parassita che vive negli strati cutanei più superficiali. Il raschiato cutaneo profondo sarà invece indicato in caso di demodicosi in quanto il Demodex canis vive in profondità, nell’unità pilosebacea.
La lettura di un campione citologico proveniente da lesioni cutanee quali pustole, croste, placche e noduli è di fondamentale importanza in dermatologia veterinaria in quanto consente al clinico di orientarsi verso una lesione infiammatoria o neoplastica e di decidere se effettuare o meno ulteriori accertamenti diagnostici.
È un test indicato per la diagnosi di dermatofitosi e grazie alla tipizzazione del fungo dermatofita, risulta anche utile ad ottenere informazioni riguardanti la provenienza dell’infezione, la possibilità che il fungo possa trasmettersi all’uomo (zoonosi) e garantisce una migliore gestione terapeutica della malattia
È una metodica non invasiva che consiste nel prelievo di materiale da lesioni cutanee in corso di piodermite ricorrente, superficiale e/o profonda e nei casi in cui ad esempio, il paziente sia stato ripetutamente trattato con cicli di antibiotici o non risponda alla terapia antibiotica sistemica già impostata. Il tutto al fine di instaurare una terapia mirata sulla base del relativo antibiogramma.
Sono dei test effettuati direttamente sulla cute (test intradermico) o sul sangue (test sierologico) allo scopo di identificare gli allergeni coinvolti nelle reazioni di ipersensibilità cutanea con il fine poi di formulare un vaccino (immunoterapia allergene-specifica) desensibilizzante.
Consiste nel prelievo di un frammento di cute lesionata che, inviata ad un laboratorio specializzato, viene esaminata da un esperto istopatologo. Questo esame si rende indispensabile in tutte quelle situazioni in cui una diagnosi definitiva non può essere diversamente formulata attraverso altre indagini diagnostiche.
È una metodica diagnostica non invasiva ed innovativa, per lo studio in vivo delle lesioni cutanee. Allo stato attuale, la sua applicazione in dermatologia veterinaria è stata documentata nella dermatofitosi del gatto e nelle alopecie non infiammatorie del cane.
Strumenti utili ad una corretta valutazione del condotto uditivo e della membrana timpanica in corso di malattie dell’orecchio. L’otoscopio è uno strumento ottico dotato di un cono e di un sistema di lenti connessi ad una sorgente luminosa mentre più sofisticato è il video otoscopio a fibre ottiche e collegato ad una microtelecamera con visualizzazione su uno schermo dello stesso condotto.
